La protesta era palese e decisa. Il fronte del no molto compatto: Luca e Alice (7 e 9 anni) ci avevano chiaramente manifestato la loro opposizione a una vacanza in montagna con lo zaino in spalla. Che fare? Rinunciare all’incantevole paesaggio delle Alpi Salisburghesi in cambio di un affollato villaggio turistico? Giammai! Con un po’ di “marketing familiare” abbiamo promesso poche salite, parchi giochi in alta quota, tanti animali pelosi, mostri misteriosi, una cuccagna di torte al cioccolato e infine un parco acquatico con scivoli e giochi. Le due piccole pesti erano un po’ riluttanti, ma alla fine hanno accettato. E ora? Dove trovare un sentiero che mantenesse le (troppe) promesse fatte?
Le promesse del Sentiero delle Malghe “Almenweg”
Ma certo: nel Salisburghese! Il Sentiero delle Malghe (“Almenweg”) rispondeva a tutti i requisiti, e così eccoci a Wagrain, seduti in una comoda cabinovia che arriva sul monte Grafenberg risparmiando la fatica della salita. Qui a 1700 metri di quota, è allestito un vasto parco giochi, con laghetto, scivoli, parco avventura e persino una colonia di marmotte. La prima difficoltà del trekking è strappare i bambini dal parco del Grafenberg e avviarli sul sentiero per malga Unterwandalm, la meta della prima tappa, dove conigli e porcellini d’India dovranno stoicamente sopportare le carezze e i flash fotografici dei nostri figli.
L’antica malga del formaggio
Il giorno dopo proseguiamo per altre sei malghe circondate da animali al pascolo. La prima, malga Karseggalm, risale a circa 400 anni fa. Quando si apre la porta, sembra di varcare le soglie del tempo: il pavimento è in terra battuta, lo zerbino di corteccia, sul grande focolare la cagliata si scalda in grandi paioli di rame. Persino il volto del vecchio malghese sembra intagliato nel legno di un larice secolare. A malincuore lo salutiamo perché oltre il passo Kartörl, dove il panorama si allarga fino al confine con la Baviera, ci attendono i simpatici gestori della malga Weissalm. All’ingresso, l’antico focolare per il formaggio è circondato da attrezzi consunti da fatiche montanare d’altri tempi. Luca ha scoperto un pesce nella fontana fuori dal rifugio, e Michael il gestore ci decanta i pregi delle sue trote affumicate e delle altre delizie del rifugio: grappe di genziana e di sorbo, speck, formaggi e il raro sciroppo di punte d’abete bianco. Luca e Alice non dimenticheranno questa notte di stelle vivide che sembrano entrare dalla finestra fin sotto le coperte di piumino.
Un drago nel lago
La prima malga che s’incontra nella tappa successiva, la Loosbühelalm, è una delle 170 malghe salisburghesi con certificato “Almsommer” (Estate alla Malga), una garanzia di genuinità anche nei piatti tipici serviti in tavola. Sembra la malga di Heidi, con tanto di caprette, pony e parco giochi per i nostri bambini. Dopo un tris di torte squisite al rifugio Filzmoosalm, un branco di cavalli e puledri ci dà il benvenuto nella splendida conca del lago Tappenkarsee. Pare che nel lago si nasconda il “Lindwurm”, un drago spaventoso con la pessima abitudine di divorare uomini e animali sulla sponda. Una volta, due giovani coraggiosi riempirono di polvere da sparo una pelle di bue, ma quando il drago venne per divorarla, lo scoppio riuscì solo a farlo rintanare sul fondo del lago. Da allora ogni notte il drago rosicchia per vendetta la roccia verso valle. Quando avrà finito il lavoro, le acque del lago travolgeranno tutta la valle di Kleinarl fino a Wagrain. Dopo aver faticosamente rassicurato il piccolo Luca, scendiamo al delizioso lago Jägersee senza trovare tracce di draghi, ma solo cigni che nuotano placidi sotto la magnifica terrazza del Gasthof Jägersee. Qui festeggiamo la fine del trekking con squisiti gnocchetti al formaggio “Kasnocken”, prima di soddisfare anche l’ultima promessa che Luca e Alice non avevano dimenticato: un rigenerante tuffo in acqua dal lungo scivolo del parco acquatico Wasserwelt di Wagrain.
Grazie al Sentiero delle Malghe Salisburghesi, la missione è compiuta: abbiamo fatto vivere ai nostri figli un’esperienza nella natura, lontano da telefonini e playstation, all’aria aperta tra le splendide montagne salisburghesi.